Recensione di Sandra Caballina

Alcune classi dei Licei Linguistico e delle Scienze Umane “Costanza Varano” di Camerino hanno visitato la mostra fotografica di Alessandra Baldoni “Ho tentato tre inizi”, organizzata presso la Pinacoteca e Museo civici di Camerino.

Ecco la recensione scritta da Sandra Caballina, alunna della classe 3^ Liceo delle Scienze Umane.

 

Tentare è già una forma di successo.

Alessandra Baldoni, artista Perugina, ha tentato ben tre volte, con tre inizi completamente diversi tra loro, ma allo stesso tempo uguali in bellezza e creatività, dando vita alla mostra “Ho tentato tre inizi”, che sarà possibile visitare fino al 17 gennaio nei musei civici e pinacoteca di Camerino.

L’esposizione, che comprende opere fotografiche e scritte, è un connubio perfetto tra la magnificenza delle opere del passato e la splendida attualità dell’amore, della paura e della speranza, messe in relazione dall’artista; attraverso i lavori si possono vivere storie nate da un passato lontano, ispirate da ritratti di persone che si sono rifiutate di scomparire nell’oblio e che ora vivono nelle parole di artisti contemporanei.

Desideri e paure, che tormentano la psiche di ogni essere umano, sono stati esposti e interpretati, esternando come ciò che è nascosto dentro di noi, una volta confessato, non è così terribile e che non si è mai soli nelle nostre turbe, perché osservando l’esposizione molti si sono riconosciuti nelle parole e nelle fotografie esposte.

Il primo “inizio” della mostra parla d’amore, di come questo sentimento ci porti ad aprire il nostro cuore, esponendolo a gioie e dolori; racconta come l’amore trasformi, non solo le persone, ma anche gli oggetti: ciò che prima ci sembrava inutile o senza importanza, dopo essere stato collegato alla persona amata, diventa di inestimabile valore e viene custodito gelosamente come un tesoro.

L’installazione e la stessa artista, che hanno accolto noi ragazzi con grande entusiasmo, inneggiano all’espressione, ci incoraggiano ad essere noi stessi, a preservare il passato senza perdere d’occhio il futuro e, soprattutto, ad essere creativi.

Perché l’arte è il tesoro più grande che l’umanità custodisce, è ciò che ci rende liberi e che ci permette di essere, in un certo senso, immortali: lasciando un segno concreto su questa terra, possiamo fare in modo di non lasciarla mai, nemmeno dopo la nostra dipartita. E non dobbiamo avere paura di fare, creare, mostrare al mondo ciò che siamo o ciò che vorremmo essere, perché, come disse Wislawa Szymborska, citata dalla stessa Baldoni, " preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne".

Tentare, questa è la parola chiave.

Provare senza paure, senza freni, senza timore di sbagliare, perchè l'unico errore che non si può cancellare è quello non commesso, ma è allo stesso tempo lo sbaglio più grave.

Perché qualcosa di errato è sempre meglio di qualcosa di inesistente.

Un’esposizione bellissima, che riesce a restare giovane e fresca nonostante abbia alla base un binomio di passato e presente, rappresentato magistralmente ed adatto a tutti,  giovani ed anziani, intenditori d’arte o meno.

 

Sandra Caballina

Alunna della classe 3^ Liceo Scienze Umane, Camerino

 
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